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delle pubbliche scuole. |
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alunni ad innamorarsi dello studio e a risguardarlo come un premio accordalo ai loro meriti, come un distintivo che li sollevava dal volgo degli altri compagni. Coltivava molto negli animi giovanili Io spirito di ambizione e di emulazione, e piaceagli di trovarli vaghi e curiosi, calcolando la curiosità come quella che la in noi maggior forza per moverci alle vie del sapere. Volea pure il nostro Vittorino che si tenessero i fanciulli esercitati frequentemente nella lettura ad alta voce, onde correggere o i difetti della pronunzia, o la uniformità o la soverchia asprezza della voce; ed in fatti anche il saper leggere bene è lodevole pregio, è non troppo comune nemmeno fra gli eruditi. La sanità del corpo, la cultura dell’ingegno sarebbero stati troppo angusti confini al sistema di educazione di Vittorino, se non avesse posto principalmente ogni studio nel formare il cuore de’ suoi giovanetti. Per quest'importante oggetto innumerabili erano le sue previdenze; ma otteneva in ricambio di renderli attaccati e rispettosi alla religione, inclinati alle virtù morali, di costume innocente, di sincero carattere, amici della pace e della concordia, e fuggenti la solitudine, ch’egli risguardava come peste po-