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di feo belcari. | 99 |
gli altri, gli esempli de’ quali sono infiniti. E a te gli lascio leggere e considerare, perocchè la vertù della umiltà è uno lume di verità, per lo quale l’uomo vede, di tutt’i peccati e vizj ch’egli ha commessi, essere la colpa sua, e tutti i beni che possede, così spirituali come corporali, essere da Dio; e tutti i buoni pensieri e desiderj che egli ha avuti, e tulle le sante orazioni e parole ch’egli ha dette, e tutte le virtuose e laudabili opere ch’egli ha fatte, vede e conosce essere stata la divina grazia che in lui le ha operate. Risguarda, priegoti, con diligenza te medesimo, e vedrai veramente che da ogni parte t’hai da vergognare, e di’ con l’Apostolo: Non piaccia mai ch’io mi giorj, se non nella Croce del mio Signore Iesù Cristo, nel quale è la salute, vita e resurrezione nostra; e così specchiandoci di continuo in essa Croce, vedremo la nostra gloria essere in lei, e conosceremo perfettamente la nostra viltà e miseria; e in questo modo da questa crudelissima bestia della superbia, ovvero vanagloria, saremo liberati, Vale in Domino.”
Data a S. Martino a dì... di giu.... 1445.