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     Ei non sà star lontano;
     Hora io ti chiamo, e tra foreste ombrose,
     E tra selvaggi sassi
     Mi fò scorta a’ tuoi passi;
     Vieni à veder, come sù piaggie herbose
     Si distruggono i cori
     Di Ninfe, e di Pastori.
Ah che non meno ardenti
     Hanno sospir nel seno;
     E se ne van dolenti
     Lor querele non meno;
     Ne men pensosi, e solitari errando
     Muovono i passi tardi,
     Et abbassano i guardi:
     Ne men dal sonno desiato in bando
     Le notti han per costume
     Travagliar sù le piume.
Dunque vago di pene
     Volando in ciascun loco
     Amor n’empie le vene
     D’inestinguibil foco?
     Sempre scote la face, e tende l’arco,
     E fà volarne strali


Per