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56 | la torre di massimiano |
un terzo, dietro, mormora una preghiera, ed essi, vinti, si prostrano. Alessandro di Bentivoglio, pallido e scarno, in ampia zimarra nera col gran bavaro di pelo; di contro, Ippolita Sforza in abito di broccato bianco a ricami d’oro, bella ancora, ma come affranta dal dolore. Santa Scolastica, che le tiene la mano sulla spalla, veste lo stesso abito monacale della figliola e sembra dirle che la via scelta da lei è quella che conduce più sicuramente a Dio.
La figlia, Suor Alessandra — che malgrado la volontaria separazione ha un così devoto amore al padre da voler prendere il suo nome al momento della vestizione, — vede, stupita e turbata, uscir di sotto al pennello dell’artista le figure de’ suoi cari. La nuda chiesa del convento s’arricchisce ogni giorno più, il pennello instancabile del Luini muta le freddi pareti in una visione meravigliosa, e il cuore di Suor Alessandra sente certo in tutto questo palpitare l’amore di suo padre e di sua madre, che profondono lì intorno a lei, in immortali opere d’arte, tutto ciò che non può più servire a circondar la sua vita di agi e di splendore.
Fu lui stesso, Alessandro di Bentivoglio, che volle essere sepolto nella chiesa del Monastero?