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50 | la torre di massimiano |
Ancora da Milano, da questo palazzo imperiale, Costantino emanò l’editto di tolleranza del culto cristiano, e Graziano, dopo aver autorizzato di nuovo le persecuzioni, piegò all’eloquenza del vescovo Ambrogio e fece quella legge, così profondamente cristiana, di lasciar passare trenta giorni prima di eseguire una sentenza di morte, — il tempo di lasciar sbollire il sentimento di vendetta, di lasciar sfreddare i rancori, le ire, tutte le cattive passioni, e poter giudicare a mente tranquilla sulla giustizia di una condanna.
Qui Teodosio, rientrato dopo il gran rifiuto di Ambrogio di lasciar varcare la soglia della casa di Dio a lui che aveva le mani lorde di sangue dell’eccidio di Tessalonica, impreca mortalmente offeso; ma la quiete dei vasti giardini che si prolungano fin laggiù alla basilica ambrosiana, di dove forse il vento gli porta il canto dei fedeli, acquieta la tempesta del suo animo e rischiara la sua mente. E pochi giorni dopo, più grande nella sua umiliazione, esce per andare, in tutta la pompa d’imperatore, a prostrarsi singhiozzante sulla soglia di quella chiesa, e a implorare pentito il perdono di Dio ai piedi del fiero e virtuoso vescovo.