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rachitico campanile, come mandi all’aria acuto, insistente, pettegolo lo squillo delle tue campane! A che serve rammaricarsi dell’opera distruggitrice del tempo e degli uomini? a che ti serve il protestare perchè nel vasto monastero ai tuoi piedi squillano le trombe, si strigliano cavalli e si cantano in cento dialetti diversi, canzoni all’amorosa lontana?
La terra in cui sono piantate le tue fondamenta, sacra da diciannove secoli, può dirti che mutano tempi, costumi e uomini, ma viva e immutata rimane la fede in quegli che disse: «Questa è l’opera di Dio, che voi crediate in Colui che ha mandato.»