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san marco 21


— «Un vecchio aveva perduto la sua compagna: il vecchio era artista, la compagna era buona e pia. La portarono sotto la terra del camposanto e lui rimase solo nella casa quieta che guardava sull’ampio giardino. Il suo pensiero andava a trovarla, ma non laggiù nel freddo camposanto, fra i mille monumenti che si pigiano.

Il suo pensiero andava a trovarla in alto, là dove lei ha avuto fede di andare; e in alto egli pose il monumento della sua compagna, sulla torre delle campane, che domini il cielo ed elevi i cuori, come la bontà di lei, viva.

Un monumento che a lei lontano parli dell’arte, che sola confortò lui, rimasto senza la sua compagna.» —

Uno scudetto di marmo bianco appare ai piedi del cono: vi sono incise delle parole, non sappiamo quali. Nessuno le può leggere dalla via. Forse vi sarà una data che il pubblico non capirebbe, ma che risonava triste nel cuore dell’artista: e un’altra data che fra qualche secolo interesserà, quella della risurrezione dell’antico bel campanile.

È sperabile che insieme vi sia il nome di chi l’ha operata. A noi che abbiamo ben altro per