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Sofia Bisi Albini. La sua vita e la sua opera xli

v’era la balia di uno dei suoi figliuoli.

Io la seguii, come un’ombra, in tutte le sedute del congresso e nelle gite all’estuario, ultima della schiera di amiche e ammiratrici che contava anche Anita Canal, la nostra preziosa educatrice veneziana e Gisella Foianesi Rapisardi. Ma del turbinio di quei giorni un momento radioso è rimasto fissato per sempre nel mio ricordo. Eravamo a prua del battello che girava lento tra S. Giorgio, l’isola dei sogni, e la punta della Salute, divina messaggera del Longhena, verso il palazzo dogale, tutto roseo nel tramonto. E il poema delle pietre sacre, dell’acqua verdognola disciolta per ogni rio, dell’eterna bellezza della Dominante venivano ancora una volta rilevati dalla voce possente di Antonio Fradeletto. Sofia Risi Albini, ritta accanto a lui, palpitante di emozione, ascoltava. Ma di momento in momento alzando il viso verso Gigi, snello snello che già la superava in altezza, pareva dirgli: «Vedi? Senti?».

* * *

Un’altra visione e l’ultima.

Cielo e mare e aranci fioriti.

Sofia Bisi Albini. La sua vita e la sua opera xli