Pagina:Albini - Le nostre fanciulle.djvu/31

Sofia Bisi Albini. La sua vita e la sua opera xxxiii

ricompensò e morì per aver dato troppo alla patria e alla società: una sostanza di famiglia avita e tutta l’energia di un’anima indomabile e i palpiti di un cuore che si fermò, per aver troppo amato e sofferto.

La «Rivista delle Signorine» fu il mercato dell’intellettualità e delle aspirazioni femminili italiane. Non vi turbi questa così pedestre parola «mercato». Immaginate, per esempio, piazza delle Erbe di Verona, il più singolare mercato italiano, dove tra fantastici palazzi, tra l’azzurro sempre nuovo del cielo e il roseo pallore degli affreschi antichi, tra il chiacchiericcio della fontanina quattrocentesca e quello delle bellissime veronesi, l’offerta e la compera della verdura, della frutta e dei fiori assume il più completo significato di vita.

Sofia Bisi Albini fu una raffinata e una democratica nello stesso tempo e dette la sua impronta alla rivista, ch’era come lei alta e schiva e sincera; misuratrice ardente e prudente di tutte le tendenze; espansionista così che si impossessava di tutte le innovazioni straniere: ma così italiana, così fieramente italiana, da dare a noi, lettrici, un senso di continua responsabilità e di continua vigilanza su noi stesse per essere degne della patria adorata.

Sofia Bisi Albini. La sua vita e la sua opera xxxiii