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manuale. Gli anglo-sassoni, sempre, nella loro educazione diedero un alto valore al lavoro manuale. Ma noi possiamo dire a tutti quelli che lo sognano (Tolstoi lo praticò), come quest’unione del lavoro manuale col lavoro intellettuale sia già in fatto compiuto per le donne della borghesia, le quali alternano le faccende più umili di casa cogli studi più seri, i libri colle pentole, la penna col ferro e coll’ago.

Il lavoro manuale può dare delle vere soddisfazioni: non soltanto «la gioia di vedere la propria opera realizzata sotto una forma concreta, e che nel suo genere può essere veramente perfetta» ma la gioia, diciamo noi, di aver compiuto un lavoro la cui utilità è immediata, evidente per noi e per gli altri, e se non altro ci dà la soddisfazione, spesso inconscia, che la fatica che ne risentiamo è stata risparmiata ad altri.

Lasciate che ancora citi Charles Gide:

«Sì, il giorno in cui il lavoro intellettuale ed il lavoro manuale si saranno riconciliati, abbracciati, sposati, il genere umano avrà fatto un gran passo verso la gioia; gioia morale, quella cioè che risulterà dal sentimento di soli-

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