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206 | Il nostro salario |
siete più giovane e più forte di lei?»
E pareva di udire la risposta data con un sorriso franco, con lo sguardo sereno e sicuro, col tono di chi dice la cosa più ovvia, più giusta del mondo: «Ma perchè è Sara la cameriera!»
Ah, se quegli occhi appartengono a una fanciulla intelligente, come devono sbattere in faccia alla luminosa verità, come si devono chinare mortificati di non averla vista bene!
Sara, o Teresa, o Maria, o Linda, comunque si chiamino, chi sono, che cosa sono? delle ragazze anch’esse, obbligate per la loro condizione sociale a cercarsi un salario per vivere, dando in cambio il loro lavoro, il loro tempo, la loro indipendenza, rinunciando a ogni esigenza della loro mente, del loro corpo e del loro cuore. Oh, voi lo sapete che dolce cosa sia l’indugiarsi nel calduccio del letto una mezz’ora di più, la mattina, o il corrervi più presto la sera dopo una giornata faticosa (ma di che gradevoli fatiche!); come sia comodo il farsi agganciare e sbottonare gli abiti in simili momenti di stanchezza; il trovarsi i vestiti puliti, i bottoni attaccati, pronta ogni cosa di cui
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