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190 | Le piccole virtù |
È segno che, riconoscenti a Dio di non averci fatte nascere nella miseria, e godendo di figurarci il nostro bambino ben nutrito e calduccio nella sua culla foderata d’azzurro, sappiamo comprendere tutte le pene delle madri che vorrebbero poter dare alle loro creature qualche cosa più del pane.
E il giovane malato d’etisia di cui avremmo voluto diventare la compagna? oh, no, no, no! benedetta la salute che dà forza, giocondità e voglia di lavorare. La famiglia è come un albero che va piantato in terreno buono. Dio ci chiederà conto della salute di chi verrà dopo di noi.
Oh, la ragione, che fredda, che crudele anatomista sembra quando non si hanno ancora vent’anni! Ma più tardi, come benefica ci appare in molti casi; quando al posto di una felicità immaginaria porta un bene reale, quando, dando la via alle spensierate allegrezze, vi lascia una profonda, consapevole serenità, e, fugando le ardite presunzioni, ci fa ritrovare una tranquilla fiducia; quando infine si sgombra dinanzi tutte le nebbie, i miraggi, i fuochi fatui, e ci mostra diritta e chiara la
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