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zurre dell’alba e accende di rosa i picchi immacolati, mentre ancora giù la valle è avvolta nell’ombra fredda.

La realtà appare in particolari che erano sfuggiti, e la fanciulla si sorprende a studiare il modo di superare e vincere le difficoltà di una vita domestica che ancora non vive. La maggior occasione di conoscere caratteri di uomini, la rende avvertita come le differenze d’abitudini, di lavoro, di pensiero, devono nella convivenza creare ostacoli alla vita ideale che aveva sognata a sedici anni, e obbligare a reciproche indulgenze, a concessioni, a condiscendenze. Wagner lo dice nel suo articolo che ha ispirato queste mie pagine: «L’accordo di due volontà non è facile, nè rapido. Non si dà coll’anello di fidanzata, nè coi doni di sposa; si impara e si conquista come tutto ciò che ha qualche valore. Come le facoltà artistiche e l’energia morale, esso richiede d’essere costantemente coltivato e, in mancanza di cure, può diminuire e perdersi anche presso quelli che l’hanno una volta posseduto».

E in altro punto: «La vita in due s’alimenta nella larghezza di spirito e nel perpetuo dono

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