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Il lusso 167

modo e piacere individuale momentaneo, e non è di utilità a nessun altro.

Non pigliamo la società nel suo complesso: diamo un’occhiata vicino a noi, e, ripeto, guardiamo come ciascuno di noi spreca improduttivamente delle somme che, risparmiate, potrebbero poi essere spese in un modo utile, con un risultato durevole, impiegate cioè in acquisti produttivi, in spese di educazione e di cultura, a pagare salari, ad aumentare davvero il benessere di chi lavora per noi o quello della nostra famiglia.

La moda, che alcuni chiamano la legge del lusso, e che io chiamerei invece il disordine del lusso, passa come un vento capriccioso sul bisogno di spendere, e fa spendere affrettatamente e male, in cose inutili che pochi mesi dopo non serviranno e non piaceranno più. Essa impedisce così il lusso artistico dei tempi andati, in cui si spendeva, è vero, un piccolo capitale in un abito, ma quell’abito passava da una generazione all’altra; in cui si facevan dipingere le pareti da artisti, ma quelle pareti noi le ammiriamo ancora, e sono il godimento intellettuale di milioni d’uomini. La moda è

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