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di una foggia particolare; lo scialle turco, le pelliccie, il crêpe de la Chine, i velluti, le trine e i gioielli; alla zitella gli abiti freschi di mussolina o di lana, e i nastri svolazzanti: non gioielli; tutt’al più dei braccialettini... di velluto o di capelli intrecciati, o un Dieu vous garde smaltato sull’argento. Una toletta che ci fa pensare a molt’altre cose semplici e fresche che non ci sono più; ma che era però uno de’ tratti che segnavano la figura della zitellona.

Non essendoci la via di mezzo, essa era obbligata a darsi le arie di giovanetta cogli abitini chiari, quando già il suo viso era patito e la persona aveva perduto tutte le morbidezze de’ vent’anni e, quando proprio diventava ridicolo, non c’era che rifugiarsi nella semplicità senza colore e senz’arte che accentuava ancora di più le linee dure e le magrezze ascetiche.

E nella vita morale quant’altre proibizioni! L’amicizia con una signora maritata non era considerata come possibile dalle mamme di allora: l’occuparsi molto de’ nipotini, specialmente se maschi, era pure agli occhi di cer-

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