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La cassetta delle rinunce | 123 |
più grandi città del Regno, insieme alla sua signora e a sua cognata, care amiche mie, appartenenti alla più pura nobiltà lombarda, mi seguirono valorosamente lungo la Riviera in un vagone di terza classe, e ammisero che la mia idea era eccellente, e dava un senso di soddisfazione... al borsellino e alla coscienza.
In Isvezia e Germania, del resto, la così detta gente per bene viaggia quasi sempre in terza classe (è vero che vi è una quarta). Avvertiti di ciò, trovandoci a viaggiare in quei paesi, noi prendemmo un biglietto circolare di terza; però, da buoni italiani, schiavi sempre del rispetto umano, sapendo che a Dresda avremmo trovati il Console e altri conoscenti che forse sarebbero venuti o ci avrebbero accompagnati alla stazione, prendemmo per l’ultimo tratto biglietti di seconda classe.
«Me ne rallegro — ci disse quel caro barone Locella, colla sua simpatica scioltezza veneta — io rappresentante del Governo viaggio in terza, e voi, sudditi, vi date il lusso della seconda!»
Eppure, guardale un poco, come certi pregiudizi s’annidano nel sangue. Anch’io ebbi
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