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a quelli della Svizzera e della Germania? Educare i figlioli a parole soltanto, a che serve? Vale più mostrare coi fatti come si debba e si possa adattarsi a tutto: dar loro maniere fini perchè sappiano star bene e con disinvoltura fra la gente più alta nella scala sociale, educare la loro intelligenza a comprendere e gustare tutto ciò che è bello e puro, ma abituarli ad aver bisogno di poco, ad adattarsi a qualunque caso. Allora la signora o il giovane che montano nel vagone di terza classe non scandalizzeranno più nessuno: desteranno ammirazione per il loro buon senso e la loro dignitosa disinvoltura, come ne destano in noi italiani gli inglesi per quelle che noi, forse per non ammirarli troppo, chiamiamo eccentricità.

— Viaggiando in terza classe noi potremo fare sette escursioni nei dintorni, quest’estate; viaggiando in seconda non ne potremo fare che tre.

— In terza! in terza! — era la risposta pronta dei miei figlioli.

Ricordo che per non abbandonare me e la mia brigatella, un illustre amico, professore di Università, assessore municipale d’una delle

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