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116 | La cassetta delle rinunce |
che avevano fame! Noi diciamo che chi si uccide è un pazzo. Ma non pensiamo che cosa ha sofferto un uomo prima di arrivare a quel punto. Non sappiamo gli strazi delle viscere di chi non ha mangiato da due giorni: le angosce, i turbamenti di spirito, il lamento di una madre, il pianto disperante dei bambini...
E muoiono nelle vostre case, in quelle case che rendono a voi di che sfoggiare automobili e begli abiti!
Oh, come sento, figliole, le vostre anime che si sporgono a me, chiedendo: «Che possiamo fare?»
Io vi rispondo: Limitate le vostre spese, innanzi tutto.
Molte di voi mi dicono: «È vero, il babbo ci dà per i nostri abiti, 400, 600, 1000 lire al mese, ma nella nostra posizione, con obbligo di ricevimenti, non si può spender meno».
Figliole mie, se vi dicessi che una signorina americana a cui il babbo passava trenta mila lire l’anno per vestirsi, mi dimostrava che non le era possibile non far debiti! Infatti, soltanto in dieci giorni di una corsa a Parigi ne aveva speso dodici mila, senza quasi far nulla. Guar-
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