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La cassetta delle rinunce | 111 |
— di un frutto a tavola, ecco subito le due lire che possono dare la salute e la felicità a una povera creatura.
Noi, non pensiamo mai abbastanza a tutte le economie che si possono fare per il bene altrui, e al modo semplice e pratico di essere utili agli altri.
Una mia amica che, cresciuta nell’agiatezza era poi piombata nell’estrema povertà (vi parlai di lei nel capitolo su Serenità) mi rivelò quanti e quali espedienti ingegnosi si possono trovare per far risparmiar spese, e sapeva così inspirare alle sue amiche dei doni semplici, che non costavan nulla, e come accoglieva tutto festosamente, la cara donna, dicendosi felice di dare qualche cosa a chi le voleva bene!
Offrire l’ospitalità a una giovane sartina anemica che si goda la campagna e che, solo per un paio d’ore si dedichi a riordinare i nostri vestiti; a un’operaia, che dia, occorrendo, una mano ai domestici; a una maestra che tenga per un paio d’ore occupati i figlioli, è una cortesia fatta molto a buon mercato, non vi pare? E ad invitare i bambini di un’amica,
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