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La cassetta delle rinunce |
meglio per il bambino stesso che non pigliasse abitudini signorili, fors’anche perchè altri doveri domestici e sociali reclamavano parte del suo tempo, lo affidò a una brava e coscienziosa contadina che abitava a pochi passi dalla villa, e che, promettendo di nutrirlo di latte e ova fresche e di tenerlo pulito, se lo prese in pensione per appena due lire al giorno; sessanta lire il mese. Mia sorella gli portava il pane bianco, una scodellina di brodo e una buona fetta di carne. Il bambino in due mesi mutò viso, le sue ossa si ricopersero, e quando sua madre lo rivide, stentò quasi a riconoscerlo.
Ora domando: quale signorina non può fare il sacrificio di alcuni fronzoli per sessanta lire il mese? Certo, se prese all’improvviso ci si chiedono per una colletta cinquanta lire rimaniamo un po’ sbigottite, e troviamo ch’è una somma superiore alle nostre forze. Ma badando bene, se in fin di un giorno calcoliamo tutti gli inutili soldi che spendiamo per un tram, per una pasta, per una cartolina illustrata, per una limosina data a un povero in strada — che forse non la merita e che la spenderà all’osteria e che, certo, ne avrà preso da altri,
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