92 |
|
L’amore della campagna |
tono frinire delle cicale.
La campagna per molti finisce però spesso al muricciolo del giardino. I campi di là dalla siepe della strada, questi antipatici campi inquadrati dalle varie coltivazioni non esistono per essi. Lì si lavora, lì si lotta, lì vive gente che ci procura il pane quotidiano, ma noi donne non ce ne interessiamo; noi visitiamo con un certo piacere un’officina, sorprese di veder lavorare le macchine, noi guardiamo con pietoso interesse gli operai; e quanto ci fa pensare, quasi fosse un essere vivente malato, una macchina arrestata improvvisamente da un guasto! Ma un campo di grano dalle foglie abbruciate dal brusore, ma una vite insecchita dalla peronospora, ma un oliveto guastato dalla mosca olearia, ma un prato invaso dalla gramigna, ma un gelso rovinato dalla brina non destano nessun’eco pietosa nel nostro cuore. Molte signore e signorine vanno al letto delle loro contadine malate e mandano brodo e vino alle puerpere, e prima di rientrare in città fanno il giro delle stalle a salutare i loro contadini, attraversando coraggiosamente i cortili nei quali corre l’acqua fetida che si porta via
92 |
|
L’amore della campagna |