L’amore della campagna |
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cannocchiale?
— Certo, signora. Per non essere ingannato. Vede, io camminavo per delle ore. Si sa, le passioni sono passioni: vedessi un biglietto da cinque lire lì sull’erba, non mi darebbe il piacere che mi dà lo scorgervi a un tratto un fungo. Io andavo dunque, su, giù, come una capra, per certi posti che a pensarci dopo... basta! Finalmente ecco, lassù, non c’era dubbio, un fungo, e che fungo! presto, m’attacco ai rami, mi trascino, soffio, sudo e su! a momenti ci arrivo: ci sono! Corpo d’una saetta! il fungo non è fungo: è una foglia secca di castagno appoggiata con aria vezzosa su un’altra foglia ritta. Ah sì? Aspetta che te la faccio! mi porto il mio bravo cannocchiale e non c’è burla che tenga! tiro, guardo... Sei o no, un fungo? E’ un fungo. Su, coraggio, e non si sbaglia più... Oh, ma guardi, signora, come trovano ancora modo di burlarmi... Veda un po’, proprio qua, sotto il mio piede ne ho uno! Oh, pezzo d’asino! non potevi dirmi: guarda che son qua? — E lo raccolse delicatamente, tutto schiacciato, e se lo ripose in una tasca a parte, come se fosse una bestiola ferita.
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