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86 | L’amore della campagna |
a tornarvi. I ragazzi fanno gli esami, le scuole si chiudono, i mariti — quelli che lo possono — si pigliano la loro vacanza e tutti prendono il volo, finalmente!
Chi mai al giorno d’oggi non va in campagna?
Una maestra, l’ottobre scorso, all’apertura delle scuole, domandò ai suoi scolarini:
— Chi di voi è stato in campagna? — Tutti alzarono la mano. Un bambino, figlio di operai, disse:
— Io sono stato quindici giorni a Greco! — che è a dieci minuti fuori di porta. E un’altro: — Io sono stato un mese al Cimitero! — Perchè il suo nonno n’è guardiano. E un terzo: — Io sono stato una settimana sul Corso, dal mio zio calzolaio! —
Vedete dunque che non c’è più alcuno che non vada in campagna, o almeno non abbia l’illusione d’andarvi...
Ogni alberghetto, ogni quartierino a un miglio dalla città ha la sua famigliola pigiata, che si delizia della campagna fra mosche e pulci, passeggiando sulle larghe strade accecanti di sole e di polvere. Oh, il divertimento di tor-
86 | L’amore della campagna |