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xiv Sofia Bisi Albini. La sua vita e la sua opera


d’intorno, così nel palazzo Melzi di Milano come nella villa di Robbiate, tutta la Milano intellettuale d’allora, si forma un’intelligenza sicura, una coltura soda e varia, insieme ad una signorilità di espressione che accompagneranno per tutta la vita la sua dirittura morale.

Più tardi essa rammentò sempre con nostalgico piacere le conversazioni di casa sua, dove gli elementi più disparati si fondevano armonicamente e le discussioni politiche venivano alternate a soluzioni di problemi di vita pratica e sulle testine giovanili come sulle gravi teste d’argento la poesia pioveva a tratti il suo ristoro fatto di calma e di desio. Col candeliere in mano ospiti e visitatori si soffermavano ancora nell’anticamera o sotto le stelle al cancello del giardino a discutere di politica, a parlare di piccoli e grandi contemporanei e il congedo reciproco era un’ode dell’Aleardi o una tirata dei schietti versi del Fusinato.

Quel suo caro mondo d’allora, con la figura dominante del padre, con lo sfondo della sua villa, che sempre rimase nel suo pensiero come un’oasi di felicità, essa lo descriverà più tardi in pagine profonde di verità e di indagine psicologica: pagine che avrebbe potuto intitolare: «Piccolo mon-

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