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60 | La gioia del lavoro |
compito, e lasciarsi opprimere dal peso di infinite faccende in cui non sanno mettere nessuna idealità.
Non ricordo in quale libro americano, lessi che molte donne credono che la Provvidenza abbia messo il tappetino davanti al nostro uscio per segnare il confine dei loro doveri.
Se noi fossimo tutte ben persuase, non dico del dovere, ma almeno del piacere di una più larga operosità, che dia profitto a noi e agli altri; del godimento che si prova nel far fruttare le proprie facoltà di pensiero e d’azione, chi vorrebbe rinunciarvi?
Ma rallegriamoci, che per le Alpi traforate ridiscesero abitudini di attività e di coltura femminile ch’erano emigrate, poichè l’Italia del cinquecento ne aveva dato a tutto il mondo esempi luminosi. Dall’Alta Italia, va propagandosi ora nelle altre città una buon’aria ossigenata che guarirà certo molte anemie morali e intellettuali delle donne italiane.
60 | La gioia del lavoro |