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LE FANCIULLE D’IERI E QUELLE D’OGGI |
così della scienza come della coscienza. L’istruzione seria che ricevono le fanciulle oggi, sa trarle fuori dal morbido e scivolante terreno della frivolezza e delle mondanità, da quello meno viscido, ma non meno pericoloso, dei sogni, delle sentimentalità e delle morbose malinconie, da quello così sassoso delle meschine, materiali fatiche esaurienti e così spesso inutili, per farle assurgere a una vita di lavoro in cui l’arte sa porre il suo suggello di bellezza, a doveri di educazione e di esempio giovinette a quarant'anni... nei quali nessuno può sostituire la madre, a quelli di governo della casa e di aiuto spirituale e di collaborazione, nei quali nessuno deve sostituire la moglie.
Per quel senso di equità ch’è nel carattere del nostro Paese, forse anche per il ricordo del nostro glorioso Rinascimento, in cui la coltura della donna ebbe tanta influenza sugli ingegni maschili, le scuole classiche e le Università furono da noi aperte senza difficoltà alle fanciulle. Ciò che non si fece in altri paesi che noi crediamo più progrediti; per esempio, in Germania, ove si lascia piena libertà ai giovani e alle signorine di passeggiare e divertirsi insieme, ma non di studiare. Da noi invece s’incontrarono per la prima volta, liberi, nelle aule severe di una scuola.
E s’incontrarono come rivali. Le fanciulle decise a vincere i maschi con la loro assiduità e il loro buon volere, e spesso riuscendovi, ricevono è vero qualche volta sgarbi dagli inetti e dai maleducati, ma si conquistano la stima e la simpatia dei compagni intelligenti ed educati.
Si sono visti dei matrimoni di antichi compagni di Liceo o d’Università, e vi fu chi disse che dunque la scuola promiscua è un pericolo per le fanciulle, — come se il conoscersi e l’amarsi studiando non fosse più degno di giovani intelligenti e puri che l’amarsi... ballando.
L’amore dello studio una volta spariva nelle fanciulle appena avevano finite le scuole. Ora invece fiorisce dopo. Gli è che esse hanno capito che la vera coltura è quella che ognuno si fa da sè dopo che nella scuola si sono messe delle buone fondamenta. Solo allora infatti si può scegliere il nutrimento più adatto e più simpatico al proprio spirito, e tutti sappiamo che ciò che piace vien digerito bene.
Oggi non vi è, si può dire, fanciulla intelligente in Italia, che finito un corso regolare di studi non si domandi: che cosa posso fare?
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