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LA NOSTRA RIVISTA


Sì, noi abbiamo avuta la nostra prima istruzione con le fanciulle del popolo, dalle quali ci divideva una diversità di usi, di pensieri, di abiti, di linguaggio, ben più grande che ora non esista. Noi abbiamo per le prime avvicinate come uguali sui banchi di scuola, e imparato a conoscere, le figliole di una classe che era sempre rimasta separata: bambine di operai e di bottegai che si mostravano più studiose di noi, 1875e molte volte più intelligenti; e se noi siamo state spesso urtate da rozzezze e volgarità che ci erano ignote, abbiamo però anche conosciuto bontà, delicatezze, fierezze che mai avevamo sospettate.

Due settimane fa, a Milano, entrata nella bottega di un cartolaio per comperare una matita, io scorsi al banco una donna che mi destò un inaspettato lontano ricordo. Dio mio, è possibile che dopo quarantacinque, quarantasette anni, ci si riconosca ancora? I nostri occhi nel guardarci ritrovarono reciprocamente la piccola compagna di scuola.

— Ma tu sei la Suvini!

— Ma tu sei la Sofia Albini!

E ci siamo stesa la mano attraverso il banco, rievocando commosse i lontani ricordi di scuola elementare.

E' così: è per questo spirito di liberazione da molti pregiudizi e molte convenienze che non avevano base di giustizia, che le nostre madri ci fecero tali da poter educare le fanciulle quali oggi sono.

E' questo, o fanciulle oggi ricche ed eleganti, che rese possibile ai vostri padri, usciti dal popolo, di esplicare tutta la loro operosità ed intelligenza, liberi da timidezze e soggezioni, imparando dalla convivenza con una classe più elevata, virtù che ignoravano.

Le nostre madri ebbero dei momenti di esitazione nella nostra educazione. Troppa differenza v’era fra quanto esse sentivano di dover fare e quanto si era fatto fino allora, ma se pensiamo che esse furono le prime a mandarci alle scuole pubbliche, e farci proseguire gli studi in istituti superiori, aprendo davanti al nostro spirito tutta una letteratura classica e romantica ch’ era stata fino allora considerata come pericolosa, e furono le prime a concederci a vent’anni di uscire sole per andar a lezioni, per visitare un’amica o portar soccorsi a povere fami-


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