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LE FANCIULLE D’IERI
               E QUELLE D’OGGI

e si stupiva e si scandalizzava delle esaltazioni patriottiche delle contemporanee, disapprovando la nuova generazione che prendeva delle abitudini affatto nuove di attività e d’indipendenza. Figlie maritate e nuore si occupavano fuor della loro casa — di cose che non le riguardavano — dicevano, ed esse si credevano più cristiane delle loro figliole perchè recitavano tutte le sere il Rosario; ma non amavano, no, il prossimo come loro stesse, e non facevano agli altri ciò che avrebbero voluto fosse fatto ad esse.

Fortunate noi che fummo figlie di donne generose e attive! 1848 Come dissi, nella nostra infanzia era ancora nell’aria il suono delle trombe e il rullo dei tamburi dell’epopea grandiosa, e noi abbiamo assistito all’ultimo strappo, dalle unghie dell’Austria, di quel Veneto che essa non voleva abbandonare. Fu veramente la liberazione di tutti gli spiriti e parve che solo allora fosse possibile di mettersi al lavoro di organizzazione della nuova patria.

Un soffio di democrazia aveva portato in alto tutti i cuori. Democrazia nel suo vero vecchio senso di distruzione di ogni privilegio e nel senso largo e moderno di unione di uomini che vogliono e chiedono la libertà in ogni sua possibile applicazione.

Ed è noto come, nella Lombardia sopratutto, i primi a sognare e lavorare segretamente e così pericolosamente per una libertà che pareva utopia, i primi a infiammarsi alle idee del grande agitatore genovese, i primi ad accorrere alla chiamata di quel figlio di popolo e liberatore di popolo che fu Garibaldi, sono stati giovani appartenenti per nascita, per censo, per coltura a quelle antiche famiglie che, nobili o no, erano chiamate aristocrazia.

Tutto si rinnovava, si rinfrescava, si slanciava con entusiasmo verso nuovi ideali. Ciò che si veniva organizzando e avesse un carattere di modernità, era accolto con simpatia, con entusiasmo, come se portasse un suggello di patriottismo, e veniva aiutato perchè fosse coronato da successo.

Fu così che, quando i Municipi si affrettarono a fondare scuole pubbliche, anche parecchie famiglie del patriziato e quelle della antica borghesia vi inscrissero i loro figli.


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