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che sia una bambina, ma se deve essere un maschio ch’esso somigli a tuo marito. Un uomo piccino e bianco come te, come potrebbe durare alle fatiche, lavorar il campo e condur le bestie sull’alpe? Prega, prega Dio che ti mandi una bambina.»

Ma Grazia rispondeva: «Io l’ho pregato tanto per aver un figlio pur che fosse, senza dirgli come lo avrei voluto: ora non voglio dirgli altro. Sia fatta la sua volontà! Il Signore ha tutte le grazie fatte sullo stampo della sua bontà e del nostro bene, Lui sa quello che ci conviene, meglio di noi.»

Passarono i mesi: alla locanda del villaggio cominciarono ad arrivar signore coi loro bambini, venuti a cercare il fresco e l’aria pura dei monti: capitavano tratto tratto alpinisti a pigliar le guide e i portatori per salire alle vette più alte, ai ghiacciai eterni. Ma nella casetta di Bernardo, là fuor del villaggio, par che nessuno s’accorga di chi va e viene: qualcuno deve venire, è vero, ma non sarà un forestiero che scapperà ai primi freddi, qualcuno verrà per restare, se Dio lo aiuta.

Nel prato intorno alla casa non si vede nessuno, fuor delle galline che starnazzano sotto il pero carico di frutti. Dalla loggia di legno, dai parapetti delle piccole finestre, si riversano, come da un paniere troppo colmo, i garofani rossi e i geranî rosa, insieme alla maggiorana.

Bernardo da due giorni è andato sull’alpe a far pascolare le vacche, ma il suo pensiero torna sempre indietro, giù nella valle, alla sua Grazia che aspetta da un giorno all’altro il figliolo che Dio le ha promesso.

Non arriva suono di campane, su quell’ultimo tratto