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II.

Passò l’inverno: tornò il cielo sereno e l’aria tiepida: le nevi si squagliarono: dalle Alpi si precipitavano spumeggianti e rumorose le cascate: il torrente era gonfio.

Sulla loggia della bruna casetta, Grazia lavorava con le sue cognate e le sue amiche; i loro ferri e i loro aghi si movevano lesti come le loro lingue, e lingue e ferri erano occupati di una sola persona: il figliolo che Grazia aspettava.

Si ammonticchiavano nel cassone i giubbetti, le fascie, le calzettine, e insieme s’ammonticchiavano le previsioni, i progetti, le speranze.

Bernardo intanto lavorava nel suo campo, e pensava: sarà un bimbo o una bambina? sarà grosso o piccolino? somiglierà a lei o a me?

E quasi nello stesso momento, la cognata diceva a Grazietta: «Se deve somigliare a te, faccia il Signore