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balenato non sapeva come, vedendo lassù alla capanna Nocente de’ Caprezzi insieme a Natale.

La porta della cucina s’apriva ogni momento per lasciar entrare donne e ragazzi: tutto il paese voleva venir a vedere e sentire. Grazia vide entrare timidamente e tirarsi in un angolo Raffaella: le andò vicino prendendola per mano, e sebbene si schermisse, volle che si facesse innanzi, presso al camino perchè potesse sentire dalla bocca di Vincenzo gli elogi del suo Natale. In quel momento, presso la tavola, la giovinetta vide seduto suo fratello coll’aria affaticata e l’abito bagnato.

«Come, Nocente! anche tu sei andato?! sei andato fin lassù?!»

Nocente stava per rispondere in cattivo modo, ma lo interruppe la voce di Natale, che, ritto lì accanto rispose forte:

«Sì, Raffaella; anche lui è venuto. Da oggi in avanti nessuno oserà più dire che Nocente è un vigliacco!»

La sua voce dominò tutte le altre voci, e si udì bisbigliare intorno: «È vero; chi l’avrebbe detto...! Eppure ha mostrato del coraggio anche lui....»

Pensate al soffio tiepido che passa su un fiore che la brezza gelata ha intirizzito, pensate a un bambino che ha smarrita la mamma e si ritrova finalmente stretto al suo seno; pensate a un assetato il quale, dopo un lungo, faticoso cammino ode e vede zampillare una sorgente. È nulla tutto questo in paragone al senso che invase quell’infelice il quale non aveva saputo fino allora che essere cattivo, non aveva mai ritrovato il modo di mettersi nella strada buona e, più era disprezzato, più, per un sentimento di dii spetto, si rendeva disprezzabile.