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ferito? in che modo? che strana cicatrice! sembrano tanagliate.»

Nocente, in un angolo, sussultò, rannicchiandosi come faceva sempre quando la paura lo prendeva. E aspettò ansiosamente la risposta di Natale.

Natale rispose: «sono morsicate di una mucca infuriata.»

Uno dei portatori, dietro ordine del medico uscì a prendere della neve, e cominciarono a fargli fregagioni, poi gliele ripeterono con lo spirito canforato, e, cosa insperata, il braccio cominciò a scaldarsi, a riprendere a poco a poco sensibilità, e un ora più tardi gli fu possibile di sollevarlo. Allora il medico 10 fasciò tutto con cotone fenicato, e glielo appese al collo con una cintura di pantaloni.

«Scommetto che voi nella salita lo avete adoperato come se fosse sano.»

«Precisamente, signor dottore. Non mi sono più ricordato che fosse malato.»

Intanto Vincenzo s’era svegliato e non staccava gli occhi dall’angolo della stanza dov’era Nocente.

11 vecchio aggrottava le sopracciglia per poter pensare, poi fece cenno a Natale di chinarsi e gli chiese colla voce fievole: «Chi è quello là?»

«È Innocente dei Caprezzi.»

«Innocente.... Perchè è venuto?»

«Tutti siamo venuti per aiutarvi.»

«Sì; ma lui....» ma non potè proseguire: le idee gli si confondevano.

Era scoraggiante per tutti quegli uomini che sapevano di dover affrontare una discesa pericolosa, il veder buttato là senza forza, bisognoso del loro aiuto, il più forte, il più coraggioso, il più pratico di tutti loro.