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XX.
L’indomani Dorina mandò a chiamare Natale, il quale arrivò pallido e silenzioso, poichè sapeva che in quell’ora alcune donne, fra le quali sua madre, erano andate dai Caprezzi per prepararle alla grande sventura.
Dorina gli disse solamente: «Vorrei che tu mi portassi da Raffaella.» Egli la sollevò senza nulla rispondere, ma quando l’ebbe sulle sue braccia, distesa, chinò il viso sulle mani scarne di lei in atto di ringraziamento.
Dorina lo guardò fisso negli occhi, e vi lesse ciò che ancora egli stesso non sapeva, ciò che forse ella aveva presentito fin da quando erano ragazzi. Raffaella occupava nel cuore di Natale un posto ancora più grande di quello che occupava lei, e forse ne provò ancora un’acuta sofferenza, ma ora lottava fortemente contro questo sentimento di gelosia di cui