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profumo di lavanda che usciva dal velo ricamato di Dorma che le sfregava il viso. Era l’amica di Natale; Nocente gliel’aveva detto tante volte credendo di farle dispetto, chi sa perchè, e invece essa era tanto contenta di saper che Natale andava sempre all’albergo e tutti gli volevano bene.
Ecco: egli arriva; è là davanti a loro, nella fila dei maschi: com’è alto! più di molti uomini; e come sta bene tutto vestito di nero colla camicia insaldata e la cravatta blu! Le due fanciulle lo guardano, ed egli se ne sente impacciato, non osa voltar gli occhi verso di loro; s’accorge però che sono diventate amiche e ne e contento, tanto contento; non sa se per Raffaella o per Dorina; per tutte e due, gli pare.
Ma non vuol distrarsi, raccoglie tutti i suoi pensieri sul sacramento che deve ricevere, se ne sente fiero; è il secondo battesimo: appena nato gli altri lo fecero cristiano, ora è lui che lo vuol essere: diventerà un soldato di Cristo: gli par di doversi preparare a una battaglia e si sente infiammato di vigore e di desiderio di lotta; tiene la fronte così alta che Vincenzo di dietro, gli dice: «hai il padrino più alto del paese, ma quasi quasi egli non arriva a metterti la mano sulla testa.»
Quando il vecchio Vescovo giunge davanti a lui è obbligato ad alzare il capo per guardarlo.
«È un ragazzo» dice il Curato «non ha che quindici anni, ma è già un uomo nel fisico e nel morale.»
«Che omone!» esclama con fievole, dolcissima voce il Vescovo, e dopo aver fatto sulla fronte bianca di Natale il crisma, aggiunge ponendogli una mano sulla spalla. «Quando si ha di queste spalle si devono portare senza lagnarsi le croci della vita.» Il fan-