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XVII.

Quando Natale rivide Dorina, erano passati tre mesi, e la povera ragazzetta che se ne stava tutto il giorno colle mani in grembo ad ascoltare le fitte nelle sue ossa malate, e a guardar dalla finestra, la infelice creatura sospettosa e piena di paure, era sparita. Seduta nel vestibolo, Dorina era occupata a insegnare alla cameriera, che sarebbe partita l’indomani, una trina all’uncinetto, molto difficile, a quel che pareva.

«Oh» fece con un sorriso, vedendo entrare Natale, e arrossì tutta di piacere, ma non parlò, e abbassò subito gli occhi, intenta com’era a contare le maglie del suo lavoro. Finalmente disse: «Oh, Natale!... quanto tempo che non ti si vede! sei proprio un orso: ti facevan paura i forestieri?... Vieni, vieni: t’assicuro che non ce n’è più neppur uno: è proprio una malinconia la casa così vuota.»