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Quand’era piccino, sua madre gli diceva che i temporali sono un segno della collera di Dio perchè gli uomini non sono buoni. Ecco, come sa castigare Dio! egli ha i fulmini, i massi delle montagne, le acque: è lui che fa la giustizia. Gli uomini, che cosa possono fare gli uomini? soltanto delle vendette.
No, no; il Signore non dà la forza agli uomini per far del male: gliela dà perchè possano fare del bene: sicuro, è questo: più si è robusti e sani e più si deve lavorare e rendersi utili, ed essere buoni.
Il temporale cessò a poco a poco, e dopo qualche ora poterono salire nella baita a buttarsi sui pagliericci, sotto le grosse coperte di lana.
La mattina all’alba erano in piedi; un’alba serena, pura, un incanto per le anime a cui la natura parla.
Bernardo disse ai ragazzi, quando furono fuori sul prato: «ohe, e il segno di croce?»
Natale e Giacolino s’affrettarono a farlo e cominciarono insieme: Padre nostro, ma il resto lo dissero sottovoce; anzi, Natale non disse altro; rimase come attonito davanti a quel cielo e a quelle cime.
Chi sa perchè gli parve di riudire la voce della madre di Dorina che gli diceva quelle dolci, dolci parole che non osava più ripetere, che non meritava. Ma a un tratto proruppe in una supplica ardente: — Signore, fate che le possa meritare! —