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bambino. — Coraggio, dico io, avete appena un quarto d’ora, ma lei non aveva più fiato da rispondere: la sua faccia era tutta stirata dallo spasimo, le occhiaie fatte bianche, quasi trasparenti: le si vedevano tutte le piccole vene blu. La moglie dell’oste di Pradezzo aveva giusto comperato a Varallo una bottiglia d’acquavite, gliene diede da bere qualche poco, e le fregarono i polsi e le narici. Qui bisogna pensare a portarla, dissi io, da sola non va più avanti. Aveva chiusi gli occhi e le colavano le lagrime di sotto le ciglia, che faceva proprio pietà.

Siamo lì per decidere cosa fare, quando dietro di noi sentiamo la voce di Natale che dice: — Lasciatemi passare, fate piacere. — Mi volto.... ecco! ancora a pensarci mi sento.... basta! era Natale dei Martinez con un grosso fagotto avvolto in una coperta di lana. — C’è qui la donna di Alpezzo? ah, ve l’ho portato giù, così ci date il latte più presto. —

Ho creduto che a quella povera donna venisse un colpo apopletico: tutto il sangue le andò alla testa e la sua faccia, che pareva un momento prima di marmo, diventò rossa come il fuoco. — Par un miracolo della Madonna! ero proprio 11 per morire, ed ecco il mio bambino!... — diceva fregandosi gli occhi come se si svegliasse da un sogno: e intanto che il suo bambino faceva glu glu, poppando allegramente il latte, essa piangeva per la consolazione.

E lui, quel briccone, come se avesse fatto la cosa più naturale del mondo era salito su nel bosco a tagliarsi un bastone. Cristo Santo! non spaventarti Dorina, che non è una bestemmia: sono cose che non vengono in mente che a Natale.»

Dorina, rannicchiata nella sua seggiolina accanto