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indurre Dorina a vincere le sue riluttanze! ma dovette rinunciarvi: era più forte di lei. L’idea d essere veduta le faceva male al cuore. Le pareva che gli occhi dei fanciulli guardassero diversamente degli occhi dei grandi: le pareva che sotto il vestito le vedessero le sue ossa storte e ne provassero orrore. Si ricordava sempre di una bambina di due anni che le aveva fissato le mani e non aveva mai staccato gli occhi da essa, per quanto tentassero distrarla. Ricordandola ancora, le prendeva nelle mani un irrequietudine, una smania di nasconderle, un malessere indefinibile.

11 curato e la mamma avevano fatto di tutto per indurla a andar in chiesa nelle buone giornate del maggio, ma ella, pur così divota della sua cara Madonna, s’era sempre ostinatamente rifiutata. Quando si trattò della prima confessione, il curato glielo impose come una penitenza, come un patto per ottenere l’assoluzione. La notte prima Dorina non chiuse occhio e quando venne il mattino, e la mamma si mise a vestirla, ella si lasciò mettere in ordine e portare inerte fin sulla porta della chiesa. Le avevano promesso che a quell’ora essa sarebbe stata vuota: e lo era difatti, ma i suoi occhi spalancati, corsero a frugare paurosi in ogni angolo per veder se non ci fossero bambini, e videro subito il Bambino Gesù in braccio alla Madonna, e scopersero puttini nicchiati sui cornicioni dei vecchi confessionali intagliati, e teste d’angeli sull’organo e serafini che tenevano le catenelle delle lampade. Le parve che ne sbucassero fuori d’ogni dove, e fu presa da un tremito, da una soggezione come se fossero vivi, come se tutti quegli occhi infantili la guardassero. La portarono a casa tremante di febbre, quasi svenuta.