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di leonbatista alberti. |
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ferma all’incontro con tutta l’altra parte del corpo per contrappesar il peso. Io ho avvertito che il capo di uno che sta ritto in piede, non si volta mai più su, che per quanto ei vegga con gli occhi il mezzo del cielo, nè si volge anco mai in alcun degli lati più che tanto quanto che il mento gli batterà sopra le ossa delle spalle; ed in quella parte del corpo che noi ci cinghiamo, a gran pena ci volgiamo mai tanto che la spalla venga per diritta linea sopra il bellico. I moti delle gambe e delle braccia sono alquanto più liberi, purchè non impedischino le altre oneste parti del corpo, ed in queste ho considerato nella natura che le mani per lo più non si alzano sopra il capo, nè il gomito sopra le spalle, nè si alza il piede sopra il ginocchio, nè il piede si allontana mai dal piede, se non per lo spazio di un piede. Ho veduto oltra di questo, che, se noi alzeremo in alto alcuna delle mani, tutte le altre parti di quel lato insino al piede van seguitando quel moto, talchè sino al calcagno di quel piede si rileva dal pavimento, mediante il moto di esso braccio. Sono infinite cose simili a queste, le quali avvertirà il diligente maestro, e forse quelle che io ho racconte insino a qui, sono così manifeste insino ad ora, che possono parere superflue. Ma non le ho lasciate indietro perchè io ho visti molti errare in