gliamo con chi si rammarica. Ma questi moti dell’animo si conoscono, mediante i moti del corpo. Imperocchè noi veggiamo, come i melanconici, perchè ei sono afflitti dai pensieri e stracchi dalla infermità, come ei sono per modo di dire aggranchiati di tutti i sensi e forze loro, e come ei si stanno lenti lenti con le membra pallide e che quasi cascano loro. Imperocchè coloro che si rammaricano, hanno veramente la fronte bassa, il capo languido, e tutte le altre membra finalmente come stracche, ed abbandonate gli cascano. Ma gli stizzosi perchè gli animi se gli accendono per la stizza, e la faccia e gli occhi gli gonfiano, e gli diventano rossi; ed i moti di tutti i membri, mediante il furore della stizza, sono velocissimi e fieri. Ma quando noi siamo lieti ed allegri, allora abbiamo i moti sciolti e grati mediante alcune attitudini. È lodato Eufranore, che in Alessandro egli dipinse talmente il volto di Paride, e la faccia, nella quale tu facilmente potevi riconoscerlo e giudice delle Dee, ed innamorato di Elena, ed insieme ammazzatore di Achille. Maravigliosa lode è ancora quella di Dacmone Pittore, che nelle sue tavole potevi riconoscere esservi l’iracondo, l’ingiusto, l’incostante, e insieme ancora l’esorabile ed il clemente ed il misericordioso ed il glorioso e l’umile, ed il feroce. Ma infra gli altri raccontano che Aristide Tebano pari ad Apelle, espresse grande-