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di leonbatista alberti. 57

ficj loro, per quel che elle son fatte. È conveniente ad un che corre, pittar le mani non meno che i piedi, ma un Filosofo che facci un’orazione, vorrei io che in ogni suo membro fosse più modesto, che un giuocatore. Demon Pittore espresse Oplicite in un combattimento talmente che tu diresti che egli sudasse, ed un altro che posava talmente le armi, che tu diresti, ei ripiglia a pena il fiato. Fu ancora chi dipinse Ulisse di maniera, che tu riconosceresti in lui non la vera, ma la finta, e simulata pazzia. Lodasi, appresso de’ Romani, l’istoria nella quale Meleagro è portato via morto, e coloro che lo portano, pajono che si dolghino, e con tutte le membra si affatichino, ed in colui che è morto, non vi è membro alcuno, che non appaja più che morto, cioè ogni cosa casca, le mani, le dita, il capo, ogni cosa languida ciondola. Finalmente tutte le cose convengono insieme ad esprimere la morte del corpo; il che è la più difficile di tutte le cose. Imperocchè il rassimigliare le membra oziose in ogni parte in un corpo, è cosa di eccellentissimo maestro, siccome è il far che tutte le membra vive faccino qualche cosa. Adunque in ogni Pittura si deve osservare questo, che qualunque si sieno membra taccino di maniera l’officio per il che esse son fatte, che nessuna arteria, ben che minima, manchi dell’officio suo, talmente che le membra de’ morti paino a