chè quel viso che avrà alcune superficie grandi e alcune piccole, che in un luogo eschino troppo infuori, e nell’altro si nascondin troppo addentro, come si vede ne’ visi delle vecchie, sarà questo a vedersi certamente cosa brutta. Ma in quella faccia, nella quale le superficie saranno di maniera congiunte insieme, che i dolci lumi si convertino a poco a poco in ombre soavi, e non vi saranno alcune asprezze di angoli, questa chiameremo noi a ragione faccia bella, e che ha venustà. Adunque in questo componimento delle superficie bisogna andar investigando grandemente la grazia e la bellezza. Ma in che modo noi possiamo ottener questo, io non ho trovata via più certa, che andar a considerare la natura stessa, e però guardiamo diligentissimamente e per lungo tempo, in che modo la natura maravigliosa artefice delle cose, abbi composte le superficie nelle bellissime membra. Nello imitare la quale bisogna esercitarsi con tutti i pensieri e diligenze nostre, e dilettarsi grandemente, come dicemmo della rete. E quando noi avremo poi cavate le superficie da bellissimi corpi, e le avremo a mettere in opera, delibereremo sempre la prima cosa i termini, mediante i quali noi possiamo tirare le linee a’ luoghi loro destinati. Basti aver detto infino a quì del componimento delle superficie (Tav. II. Fig. 7.). Resta che noi diciamo del componimento de’ membri.