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di leonbatista alberti. |
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tagliata una linea a traverso, da un’altra fatta a piombo, laddove essi statuiranno il termine guardato nella Pittura. Ma perchè il più delle volte a’ Pittori non pratichi appariscon dubbj ed incerti i dintorni delle superficie, come interviene ne’ volti, ne’ quali non discernono talvolta in qual luogo principalmente sieno terminate le tempie della fronte, perciò bisogna insegnar loro, in che modo e’ possino imparare a concoscere questa cosa. La natura veramente ce lo insegna benissimo. Perciocchè, siccome noi veggiamo nelle superficie piane, che son belle quando elle hanno i loro propri lumi, e le loro proprie ombre, così nelle superficie sferiche e concave ci pare che elle stieno bene quando che elle quasi divise in più superficie hanno diverse macchie di ombre e di lumi. Tutte le parti adunque ciascuna da per se che hanno differenti lumi e differenti ombre, si hanno a considerare come altrettante superficie; che se una veduta superficie continuerà dalla sua ombra mancando a poco a poco sino al suo maggior lume, si deve allora segnare con una linea il mezzo che è infra l’uno spazio e l’altro, acciò che si abbi manco dubbio della regola che tu avrai a tenere nel colorire lo spazio. Restaci a trattare ancora qualche cosa del disegno; il che si aspetta non poco veramente al componimento: però è ben sapere, che cosa sia il componimento nella Pittura. È vera-