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46 della pittura

Senofonte introduce a parlare con Socrate, fu eccellentissimo. Perciocchè ei dicono ch’egli considerò sottilissimamenle le linee. Ed in questo disegno penso che principalmente si abbia a procurare, ch’egli si faccia con linee sottilissime, e che al tutto non si discernino dall’occhio, siccome dicon che soleva fare Apelle Pittore nello esercitarsi, e combattere a chi più sottili le faceva, con Protogene. Imperocchè il disegno non è altro, che il tirare de’ dintorni; il che se si farà con linee che apparischino troppo, non parranno margini delle superficie in essa Pittura, ma parranno alcune fessure. Dipoi io desidererei che nel disegno non si andasse dietro ad altro che al circuito de’ dintorni. Nel qual disegno io affermo che ei bisogni esercitarvisi veementemente. Conciossiachè nessuno componimento, nessuno ricevimento di lumi mai sarà lodato se non vi sarà disegno. Anzi il disegno solo, il più delle volte, è gratissimo. Diasi adunque opera al disegno, e ad imparar benissimo questo non credo che si possa trovar cosa alcuna più accomodata, che quel velo che io infra gli amici miei soglio chiamare il taglio, il modo dell’usare il quale sono stato io il primo che lo abbi trovato, ed è così fatto. Io tolgo un velo di fila sottilissime, tessuto rado, e sia di qualsivoglia colore, questo divido io di poi con fila alquanto più grosse, facendone quadri quanti mi piace sopra un te-