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di leonbatista alberti. 43

per pubblica deliberazione, che non fosse lecito a’ servi imparare la Pittura; nè questo veramente senza ragione, imperocchè l’arte del dipignere è veramente degnissima degli animi liberali e nobilissimi: e quanto a me è paruto sempre uno indizio di ottimo ed eccellente ingegno quello di colui che io ho saputo che si diletti grandemente della Pittura. Ed è questa arte sola quella che parimente diletta grandemente ed a’ dotti ed agli ignoranti, la qual cosa non occorre mai in alcun’altra arte, che quella cosa che diletta a quei che sanno, commuova ancora gli ignoranti. E non troverai nessuno che facilmente non desiderasse grandemente di aver fatto profitto nella Pittura. Ed è manifesto ch’essa natura si diletta nel dipignere. Conciossiachè noi veggiamo che la natura figura ne’ marmi i centauri, ed i volti de’ Re con le barbe. Anzi dicono che in una gioja di Pirro, vi fur dipinte dalla natura stessa le nove Muse con le loro insegne. Aggiugni a queste cose che ei non è quasi arte nessuna, nella quale gli uomini che sanno, e quei che non sanno, nell’impararla e nell’esercitarla si affatichino con tanto diletto tutto il tempo della vita loro, più che in questa. Siami lecito di dire quel che interviene a me: se mai accade che per mio piacere e per mio diletto io mi metta a dipignere, il che io fo’ molto spesso, quando mi avanza tempo dalle altre faccende, io sto fisso