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di leonbatista alberti. 37

Alessandro nel vedere la effigie del già morto Alessandro, conoscendo in essa quella maestà regale cominciò con tutto il corpo a tremare. Dicono ancora che Agesilao Lacedemoniese sapendo di esser bruttissimo, non volle che la sua effigie fosse veduta da’ descendenti, e perciò non li piacque mai esser nè dipinto, nè scolpito da nessuno. Sicchè i volti de’ morti vivono in un certo modo una lunga vita, mediante la Pittura. E che la Pittura ci abbi espresso gli Dii, che sono reveriti dalle genti, è da pensare che ciò sia stato un grandissimo dono concesso a’ mortali. Conciossiachè la Pittura ha giovato troppo grandemente alla religione, mediante la quale noi siamo principalmente congiunti agli Dii, ed al perseverare gli animi con una certa intera religione. Dicono che Fidia fece in Elide un Giove, la bellezza del quale aggiunse assai alla già conceputa religione. Ma quanto la Pittura giovi agli onoratissimi piaceri dell’animo, e quanto ornamento ella arrechi alle cose, si può d’altronde e da questo principalmente vedere, che tu non troverai quasi per lo più cosa alcuna benchè preziosa, che per l’accompagnatura della Pittura non diventi molto più cara, e molto più pregiata. L’avorio, le gemme, e le così fatte cose pregiate, diventano, mediante la mano del Pittore, più preziose. L’oro stesso ancora adornato dalla Pittura, è stimato molto più che l’oro. Anzi non