|
di leonbatista alberti. |
19 |
de’ raggi; ho trattato in che modo nel vedere si facci de’ triangoli la piramide. Io ho provato quanto grandemente importi che lo intervallo, la positura del raggio centrico, ed il ricevimento de’ lumi sia determinato e certo. Ma poi che con un solo sguardo noi veggiamo non pur una superficie sola, ma più superficie ad un tratto: e poi che si è trattato e non mediocremente di ciascuna superficie da per se, ora ci resta ad investigare, in che modo più superficie congiunte insieme ci si rappresentino agli occhi. Ciascuna superficie certamente gode particolarmente ripiena de’ suoi lumi e de’ suoi colori, siccome si è detto, della sua propria piramide. Ed essendo i corpi coperti dalle superficie, tutte le quantità de’ corpi che noi veggiamo, e tutte le superficie, creano una piramide sola, pregna (per modo di dire) di tante piramidi minori, quante sono le superficie che mediante quella veduta son comprese da’ razzi di detta veduta. Ed essendo le cose così fatte, dirà forse qualcuno, che ha bisogno il Pittore di tanta considerazione? o che utilità li darà al dipingere? Questo certamente si fa acciò che ei sappia, che egli è per dover diventare un ottimo maestro, ogni volta che egli conoscerà ottimamente le differenze delle superficie, e avvertirà le loro proporzioni; il che è stato conosciuto da pochissimi. Imperocchè se ei saranno domandati, qual sia quella cosa