Pagina:Alberti - Della pittura e della statua, Milano, 1804.djvu/41

12 della pittura

ultimi, de’ quali si fa la piramide, mediante la quale si vede per ogni ragione, che egli importa grandemente quali e chenti intervalli siano fra l’occhio e la superficie. Restaci a trattare de’ raggi mezzani. Sono i raggi mezzani quella moltitudine di raggi, la quale accerchiata de’ raggi ultimi si trova esser dentro alla piramide. E questi fanno quel, che si dice che fa il Camaleonte, e simili fiere sbigottite per paura, che sogliono pigliare i colori delle cose più vicine a loro, per non esser ritrovate da’ Cacciatori. Questo è quel che fanno i raggi mezzani. Imperocchè dal toccamento loro della superficie sino alla punta della piramide, trovata per tutto questo tratto la varietà de’ colori e de’ lumi, se ne macchiano talmente, che in qualunque luogo che tu gli tagliassi, sporgerebbon di loro in quel medesimo luogo quel lume stesso, e quel medesimo colore, di che si sono inzuppati. E questi raggi mezzani per il fatto stesso primieramente si è veduto che per lungo intervallo mancano e causano la vista più debole, ultimamente poi si è trovata la ragione perchè questo avvenga. Conciossiachè questi stessi, e tutti gli altri raggi visivi, essendo ripieni e gravi di lumi e colori, trapassando per l’aria, e l’aria essendo ancor essa ripiena di qualche grossezza, avviene che per la molta parte del peso, mentre che essi scorrono per l’aria, sieno tirati come stracchi allo in giù. E