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di leonbatista alberti. |
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da ogni banda intorno a se angoli uguali. (Tav. I. Fig. 5.) Sì che noi abbiamo trovati i raggi essere di tre sorte, gli ultimi, i mezzani, e centrici: andiamo ora investigando quel che, qual si sia l’una di queste sorte di raggi, conferisca alla veduta: e la prima cosa parliamo degli ultimi, di poi parleremo de’ mezzani, ed ultimamente de’ centrici. Con gli ultimi raggi si comprendono le quantità; e la quantità è veramente quello spazio che è infra duoi punti disgiunti del d’intorno, che passa per la superficie, il quale spazio è compreso dallo occhio con questi ultimi raggi, quasi come per modo di dire con le seste: e sono tante quantità in una superficie, quanti sono i punti separati in un d’intorno che si risguardano l’un l’altro. Imperocchè noi con la veduta nostra riconosciamo la lunghezza mediante la sua altezza o bassezza: la larghezza mediante il da destra, o da sinistra: la grossezza mediante il da presso o da lontano: ovvero tutte le altre misure ancora, qualunque elle si siano, comprendiamo solo con questi raggi ultimi. Laonde si suol dire che la veduta si fa mediante un triangolo, la basa del quale è la quantità veduta, ed i lati del quale sono quei medesimi raggi che escono dai punti della quantità, e vengono sino all’occhio. Ed è questa cosa certissima che non si vede quantità alcuna, se non mediante questo triangolo. I lati adunque del trian-