di una purissima acqua che stia ferma. La superficie sferica imita il d’intorno di una sfera. La sfera dicono che è un corpo tondo, volubile per ogni verso, nel mezzo del quale è un punto, dal quale tutte le ultime parti di esso corpo sono ugualmente lontane. La superficie concava è quella che dal lato di dentro ha la sua estremità, che è sotto, per dir così, alla cotenna della sfera, come sono le intime superficie di dentro ne’ gusci degli vuovi. Ma la superficie composta è quella, che ha una parte di se stessa piana, e l’altra o concava, o tonda, come sono le superficie di dentro delle canne, o le superficie di fuori delle colonne, o delle piramidi (Tav. I. Fig. 2.). Per tanto, le qualità che si trovano essere o nel circuito, o nelle faccie delle superficie, hanno imposto diversi nomi, come si disse, alle superficie. Ma le qualità, le quali senza alterarsi la superficie, variano i loro aspetti, sono medesimamente due. Imperocchè mutato il luogo o i lumi, appariscono variate a coloro che le guardano. Diremo del luogo prima, e poi de’ lumi. E bisogna certamente prima considerare in qual modo, mutato il luogo, esse qualitadi che son nella superficie, pajano che sieno mutate. Queste cose veramente si aspettano alla forza e virtù degli occhi. Imperocchè egli è di necessità che i d’intorni o per discostarsi o mutarsi di sito, ci pajano o minori, o maggiori, o